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Un’ estate fa? I tormentoni che hanno fatto la storia

Un estate fa? I tormentoni che tornano dal passato.

Ammettiamolo: per quanto facciamo finta di non sopportarle, certe canzoni che passano con insistenza attraverso le radio, le tv, le playlist di Spotify, le casse bluetooth del vicino di ombrellone e qualunque altra forma di diffusione sonora, diventano parte della nostra idea di “bella stagione” e non c’è estate senza il suo tormentone estivo.

Da oltre mezzo secolo, ovvero da quando le canzoni pop scandiscono il ritmo della nostra vita, ci sono brani che hanno il sapore, i colori, il senso dell’estate. Partiamo dal 2020 per un viaggio sonoro a ritroso tra i tormentoni del passato.

2020: un’estate da Karaoke

Probabilmente sarà la canzone che più di tutte ricorderemo: “Karaoke”, di Alessandra Amoroso e Boomdabash è la maggiore candidata al titolo di tormentone dell’anno. Ma attenzione alle outsiders: “La Isla”, duetto di altre due regine della hit estiva come Giusy Ferreri ed Elettra Lamborghini ha quel tocco latino immancabile nelle canzoni da spiaggia. E, a proposito di coppie, quella tra Baby K e Chiara Ferragni è il primo caso di “influencer pop”: perfetta come colonna sonora per le vostre stories.

Restando in tema, l’altra metà della regina italiana di Instagram, Fedez, concorre con un duetto virtuale con Robert Miles nella sua “Bimbi per strada” mentre l’ex amico di Mr. Ferragnez, J – Ax, ha una “Voglia assurda” di conquistare il trono. Una cosa è certa: dopo un decennio di canzoni in lingua spagnola, quest’anno si canta italiano!

Rewind: il ventennio latino

Tutto è cominciato alla fine del ventesimo secolo, con l’exploit del fenomeno Ricky Martin. Da allora, per vent’anni, le nostre estati sono state caratterizzate da canzoni concepite tra la Spagna e il Sudamerica che hanno conquistato il globo a ritmo di bachata, merengue, reggaeton e latin pop.
Alcuni titoli? “Despacito” di Luis Fonsi (2017), “Sofia” di Alvaro Soler (2016), “Bailando” di Enrique Iglesias (2014), “Ai Se Eu Te Pego“ di Michel Telò (2012) e, andando ancora più a ritroso, indimenticabili le “Hips don’t Lie” di Shakira (2006) e, soprattutto, il più ossessionante dei tormentoni, con tanto di coreografia: “Aserejè” delle Las Ketchup (2002).

Anni ‘80: il mito delle “One hit wonder”

La macchina del tempo torna ancora più indietro e si ferma al decennio che ha generato il fenomeno delle one hit wonder, ovvero, artisti capaci di imprimere il loro nome nella storia del pop grazie a una sola canzone esplosa nel mezzo di una calda estate.
Basti pensare a personaggi come Sandy Marton (chi ha dimenticato la sua “People from Ibiza”?), Sabrina Salerno, capace di raggiungere fama internazionale con la sua “Boys” e Spagna che, prima della sua metamorfosi sonora raggiunse il secondo posto nella classifica britannica con il singolo “Easy lady”.
Tra i fenomeni del genere vanno menzionati i Righeira, capaci di andare oltre il singolo brano di successo: con “Vamos a la playa” e “L’estate sta finendo”è riuscito a vendere milioni di copie di dischi rendendo i loro ritornelli dei cori da stadio cantati in tutto il mondo.

Anni ‘60: operazione nostalgia

Concludiamo il nostro percorso negli anni in cui tutto è cominciato, grazie soprattutto a un oggetto onnipresente nei lidi, nei bar e in tutti i luoghi in cui i giovani vivevano le estati più belle della loro vita: il juke box.
I primi veri tormentoni univano spesso testi nonsense a ritmi da ballare, in coppia o in gruppo. Negli anni in cui negli USA impazzava il rock e il resto del mondo era diviso tra Beatles e Rollling Stones, in Italia sulle spiagge si ballava con l’ “Alli Galli” e “Guarda come dondolo”, si scoprivano fenomeni come Mina e Adriano Celentano che cantavano di “Tintarelle di luna” e “Ventiquattromila baci”, ci si innamorava sulle note di “Sapore di sale” di Gino Paoli, canzone che vanta l’arrangiamento del Maestro Ennio Morricone e rappresenta, probabilmente, la vetta più alta mai raggiunta da una canzone deliberatamente “da spiaggia”: provate a chiamarla tormentone!