Uno degli appuntamenti immancabili di novembre per chi nutre una passione autentica per l’enogastronomia è l’arrivo del vino novello che annuncia la nuova stagione enologica.
A differenza del beaujolais francese, legato in particolare a uno specifico tipo di uva, il novello italiano può essere ottenuto da tipologie di uve che coinvolgono circa 60 vitigni in tutto il territorio nazionale.
Il novello si ottiene attraverso una procedura differente dal classico vino: si lasciano macerare i grappoli d’uva sotto il loro stesso peso all’interno di un contenitore chiuso ermeticamente.
La fermentazione dell’uva in ambiente anaerobico dà origine a un vino leggero e poco tannico.
Il senso del novello
L’esperienza di degustazione del vino novello riguarda quasi tutti i sensi: dal punto di vista cromatico il colore rosso presenta sfumature violacee mentre all’olfatto emerge la vivacità del fruttato.
Il novello risulta dolce, morbido al palato, delicato e vellica il palato con la sua tipica morbidezza.
Perfino il suono del vino che dalla bottiglia si riversa nel calice evoca vivacità e leggerezza.
Come degustarlo al meglio
Partiamo dal giusto contenitore: evitare il decanter e versare direttamente in un calice di dimensioni medie e a luce ampia.
Il colore del vino può variare dal rosso rubino al rosso violaceo; la trasparenza dipende dal tipo di vitigno utilizzato.
All’esame olfattivo si percepisce immediatamente il profumo di frutti rossi, melograno, frutti di bosco e lampone. Le variazioni al gusto dipendono, ancora una volta, dalla tipologia di vitigno: uno dei migliori novelli italiani, in questo senso, proviene proprio dal territorio del nostro Centro Commerciale; il novello delle uve colte alle pendici dell’Etna, che danno origine al pregiato Nerello Mascalese, rappresenta un’eccellenza unica nel suo genere.
La temperatura di degustazione ideale è relativamente bassa, compresa tra i 14 e i 17 gradi.
Abbinamenti ideali
Il novello si accompagna, naturalmente con alcuni dei prodotti tipici della stagione autunnale: la più immediata associazione è con le caldarroste e con dolci a base di noci o nocciole.
Ma può essere associato con piatti salati e assaporato a tutto pasto: dagli antipasti con salumi e formaggi stagionati a primi e contorni a base di funghi, altro classico del periodo.
Attenzione agli abbinamenti con la carne: la sua leggerezza non si addice a portate troppo strutturate ma da’ il meglio di sé con piatti poco elaborati.